Tanto, troppo tempo è passato dall'ultima volta che ho parlato dello sport più seguito dagli italiani.
Faccio "mea culpa" per non aver avuto la costanza e la continuità di portare avanti questo progetto per causa di forza maggiore, ma bando alle ciance e ritorniamo a parlare di cose serie.Era la nona giornata quando mi sono fatto vivo l'ultima volta e da quel momento ne è passata di acqua sotto i ponti. Le gerarchie si sono delineate man mano con il trascorrere del tempo e delle partite senza variare di alcunché nei primi due posti dove Juventus e Roma spadroneggiano in lungo e in largo seppur con qualche difficoltà in più rispetto all'anno scorso: complice, può darsi, la faticosa Champions League che toglie costantemente energie, ma sta di fatto che soprattutto i giallorossi sono incappati in qualche incidente di percorso come l'ultimo pareggio casalingo contro il Sassuolo. Ma anche i bianconeri, nell'anticipo dello scorso venerdì, non hanno saputo fare di meglio rispetto ai rivali capitolini. Rimangono, però, i favoriti del campionato e solo uno scatafascio potrà arrestare la squadra di Allegri.
Ma passiamo ad altro. E' rimasto lo stesso l'andamento delle Milanesi che fanno grande fatica a trovare una loro dimensione all'interno del campionato, anzi chissà se la troveranno definitivamente. Gli uomini, per il Milan, sembrano esserci mentre mancano gioco e risultati soprattutto tra le fila nerazzurre e Mancini, così come Inzaghi, avrà parecchio da lavorare per risollevare le sorti del Biscione. Lo stesso discorso vale anche per il Napoli, ripiombato di nuovo nel vortice della confusione: gli azzurri sono spariti dopo l'ultima sosta dedicata alle nazionali e ciò che preoccupa maggiormente è la mancanza di idee e di gioco. Benitez ha più volte parlato di una squadra sempre pronta a giocare la palla e ad incidere, che all'improvviso "perde la memoria" nel momento clou del match. Inoltre, dopo la tegola Insigne, i suoi leader Higuain (ma più di tutti), Callejon e Hamsik sono non pervenuti da troppo tempo.
Ma le vere note liete di questo campionato fino ad ora rispondono al nome di Genoa e Sampdoria: realtà importanti, che finalmente hanno costruito qualcosa di importante per lottare per traguardi ambiti. Semplice, exploit? Chi può dirlo, è troppo presto. Vedremo con il tempo. Poi c'è quel fuoriclasse di Ferrero che è tutto uno spettacolo.
Parlando della Viola. La Fiorentina non ha ancora capito cosa vuole fare da grande, gioca un bel calcio ed è discontinua allo stesso tempo. Gli infortuni, numerosi e puntuali (forse troppo...), ne condizionano il rendimento. Ma una soluzione dovrà pur essere trovata: Cuadrado non è ancora un top player, mentre Babacar (appena infortunatosi, tanto per cambiare), Ilicic e Joaquin non bastano. Le alternative non sono nemmeno chissà quanto all'altezza. Chiedere ai fiorentini di Brillante, Marin e Badelj. Vedete cosa vi rispondono... se si ricordano chi sono. Non se la passano bene neanche sulla sponda granata di Torino dove i tifosi è stato un trauma passare da Cerci-Immobile a Quagliarella-Amauri: per la serie "a volte ritornano", a volte no...
Mentre è un momento double face in Emilia Romagna: soprende - non più di tanto - il giovane Sassuolo di Di Francesco, mentre sprofondano sempre Cesena e Parma. Per i ducali si prospetta un anno nero, se non nerissimo. Hanno risentito troppo dello sconquasso societario, che potrebbe terminare a breve; senza dimenticare che è arrivata anche la penalizzazione per un punto a causa del mancato pagamento dell'IRPEF nel 2013. Oltre al danno, la beffa.
Non se la passano meglio Atalanta, Cagliari e Chievo, tutti a ridosso della zona retrocessone. I clivensi sembrano essere usciti dal momento "no", mentre il Cagliari ed Atalanta vanno a folate. Bisogna solo sperare che il vento cominci a gonfiare le vele delle rispettive squadre, altrimenti il rischio di affondare pesantemente c'è. Sono convinto che alla fine riusciranno a farcela in un modo in o in un altro.
Una menzione a parte mertiano l'Empoli ed il Verona: due volti della stesa medaglia di questo campionato di Serie A. I toscani sono l'esempio pratico di come una squadra costituita da giovani promesse italiane, allenata da un tecnico che gioca un calcio sempre, efficace e, per ampi tratti spettacolare, possa raggiungere ottimi risultati con pazienza, abnegazione e costanza: basti pensare che giovani come Rugani, Tonelli, Pucciarelli, Verdi, Valdifiori sono tutti bei ragazzotti nostrani che giocano a calcio insieme già da due anni ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Così come lo sono i risultati dell'Hellas Verona che l'hanno scorso poteva contare in squadra su talenti come Iturbe, Jorginho e Romulo i quali trascinavano gli scaligeri di partita in partita, di prestazione in prestazione. Ma la dirigenza quest'anno ha deciso di puntare su veterani "di lusso" che fino ad ora non hanno per niente inciso: mi riferisco ovviamente a Rafa Marquez e ad Javier Saviola. La "bandiera" messicana ha creato più danni che benefici, mentre l'ex Barcellona e Benfica è famoso in Italia solo per aver propiziato la giocata che è costata la panchina a Mazzarri. Tra l'altro, la dimostrazione di quanto detto ce l'hanno in squadra e si chiama Nico Lopez.
Questi sono tutti pareri personali che potranno essere smentiti, sono comunque curioso di sapere se la pensate come me.
Siamo ritornati. Buon calcio a tutti!
Odipoo

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