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| Fabio Aru |
La marcia trionfale di Fabio Aru si conclude a Plaza de Cibeles a Madrid come un eroe che conquista tutto il palcoscenico, vincitore della 70a Vuelta d'Espana. Vittoria di un ragazzo italiano di 25 anni, che proviene dalla lontana Sardegna, soprannominato il Cavaliere dei Quattro Mori (cit.Magrini).
Giovanissimo, sembra un predestinato in pochissimo tempo ha vinto la Vuelta, ultimo trionfo azzurro Vincenzo Nibali 2010, prima due podi al Giro d'Italia terzo 2014 e secondo 2015.
Gli altri italiani prima di lui, il sesto italiano di sempre dopo Angelo Conterno (1956), Felice Gimondi (1968), Giovanni Battaglin (1981), Marco Giovannetti (1990) e Vincenzo Nibali (2010).
Raccontiamo la tappa della consacrazione. Una tappa epica, un’impresa straordinaria.
Penultima tappa con Tom Domoulin leader della classifica che nella terzultima tappa stacca l'azzurro di altri tre secondi, ora distacco di 6" dall'olandese. Tom è stato la vera rilevazione della corsa a tappa, incredibile in salita, ha perso pochissimi minuti e secondi dai primi, ma in cronometro si è dimostrato imbattibile, su un altro pianeta. Ecco la penultima tappa, sul traguardo della Cercedilla dopo quattro gran premi della montagna di prima categoria, si impone lo spagnolo della Lampre-Merida Ruben Plaza, autore di una grandissima azione solitaria durata oltre cento chilometri (terzo si è piazzato il nostro Alessandro De Marchi). E l’impresa di Fabio Aru è cominciata a circa una cinquantina di chilometri dalla fine, costruito con il forcing della sua squadra, Astana, prima Dario Cataldo, Diego Rosa e poi un superlativo Mikel Landa, alle sue ruote rimangono in 7, ulteriore forcing di Aru allo scollinare del Gpm, qui riesce a prendere 20" su Domoulin. In discesa aiutato da Landa il vantaggio di assotiglia a 10" ed ecco la tattica perfetta dell’Astana: Mikel Landa ha assistito Fabio in salita, poi si sono rivelati strategici anche Luis Leon Sanchez e Zeits che erano in fuga e sono stati fermati per rifinire l’azione decisiva, infatti, con il loro supporto il leader della classifica è andato alla deriva perdendo minuti su minuti, finendo addirittura sesto nella generale, lontano dal podio.
Aru fino al traguardo viene supportato dai compagni Luis Leon Sanchez e Landa, nel frattempo Quintana e Majka staccano l'italiano per recuperare il secondo posto nella generale ai danni di Purito Rodriguez, ma non ci riescono. Il podio di Madrid, in Piazza Cibeles a Madrid, sul gradino più alto Fabio Aru (con 1’17” su Purito Rodriguez e 1’29” su Majka). Più giovani di lui tra gli italiani a vincere un grande giro, di recente, solo Cunego 2004 e Saronni 1979 al Giro d’Italia. E la meravigliosa sensazione è che questo, per Fabio Aru, sia solo l’inizio.
" Questa vittoria è dei miei compagni di squadra". Fabio Aru indossa la maglia rossa quando risponde ai microfoni di Eurosport. Ha appena realizzato un'impresa, sgretolando nei 175,8 km dell'ultima "vera" tappa le resistenze di Tom Dumoulin e mettendo le mani sulla 70ª Vuelta. "Sono stati eccezionali per tutti questi giorni e voglio ringraziarli tutti, da Vanotti a Cataldo, da Rosa a Zeits, e anche Nibali e Tiralongo che ci hanno abbandonato nella seconda tappa".
"Abbiamo iniziato con un po’ di problemi questa Vuelta ma abbiamo dimostrato di essere sempre un gruppo compatto e di saperci motivare a vicenda. Questa è stata la nostra forza. Al di là dei risultati, sia quando vado bene sia quando mi stacco, come sul Mortirolo, cerco di dare spettacolo, di fare appassionare la gente a questo sport, di lasciare un segno indipendentemente dal risultato".
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| Tom Domoulin e Fabio Aru |
L'olandese della Giant. scuro in volto, deluso per aver perso tutto in unica tappa anche il podio.
Tom Domoulin ha corso una Vuelta sorprendente, ma è rimasto scoperto sull'attacco decisivo di Aru:
"Lì ho capito che avrei perso la Vuelta. Fossi rientrato in discesa, sarebbe stato bello provare a tenere botta, ma quando Aru è partito ho capito che non c'era nulla da fare. Al momento sono molto deluso, domani forse sarò orgoglioso della mia corsa, ma ora non è il momento. Oggi non è andata, ci penserò quest’inverno a quello che potrò fare in futuro. Adesso mi sento vuoto".
Da leader, Dumoulin è scivolato al sesto posto della generale. Restano però gli applausi per quello che ha saputo fare in tre settimane di gara.
CLASSIFICA GENERALE FINALE
1. Fabio Aru ITA - Astana in 83h01'40"
2. Joaquin Rodriguez ESP - Katusha a 0'57"
3. Rafal Majka POL - Tinkoff a 1'09"
4. Nairo Quintana COL - Movistar a 1'42"
5. Johan Esteban Chaves COL - Orica Green Edge a 3'10"
6. Tom Dumoulin NED - Giant a 3'46"
7. Alejandro Valverde ESP - Movistar a 6'47"
8. Mikel Nieve ESP - Sky a 7'06"
9. Daniel Moreno ESP - Katusha a 7'12"
10. Louis Meitjes RSA - MTN Quebeka a 10'26"
PEGASUS
Tom Domoulin ha corso una Vuelta sorprendente, ma è rimasto scoperto sull'attacco decisivo di Aru:
"Lì ho capito che avrei perso la Vuelta. Fossi rientrato in discesa, sarebbe stato bello provare a tenere botta, ma quando Aru è partito ho capito che non c'era nulla da fare. Al momento sono molto deluso, domani forse sarò orgoglioso della mia corsa, ma ora non è il momento. Oggi non è andata, ci penserò quest’inverno a quello che potrò fare in futuro. Adesso mi sento vuoto".
Da leader, Dumoulin è scivolato al sesto posto della generale. Restano però gli applausi per quello che ha saputo fare in tre settimane di gara.
CLASSIFICA GENERALE FINALE
1. Fabio Aru ITA - Astana in 83h01'40"
2. Joaquin Rodriguez ESP - Katusha a 0'57"
3. Rafal Majka POL - Tinkoff a 1'09"
4. Nairo Quintana COL - Movistar a 1'42"
5. Johan Esteban Chaves COL - Orica Green Edge a 3'10"
6. Tom Dumoulin NED - Giant a 3'46"
7. Alejandro Valverde ESP - Movistar a 6'47"
8. Mikel Nieve ESP - Sky a 7'06"
9. Daniel Moreno ESP - Katusha a 7'12"
10. Louis Meitjes RSA - MTN Quebeka a 10'26"
PEGASUS


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