Il match di Coppa Italia tra Inter e Sampdoria è stata una partita tanto attesa da tifosi e addetti ai lavori. E' stata aspettata soprattutto dai primi, i quali hanno potuto osservare dal primo minuto
alla prima partita in nerazzurro del gioiello svizzero ex Bayern Monaco Shaqiri. Alla fine, tutto è filato liscio per i padroni di casa e la cornice di San Siro ha raccolto al meglio l'atmosfera di una competizione, considerata da molti di "seconda fascia", e di un incontro, il quale è stato accompagnato anche da un sfondo romantico alla luce del duello a distanza tra gli allenatori delle relative compagini: quei Mancini e Mihajlovic, ex compagni di squadra prima alla Sampdoria e successivamente alla Lazio. Strani incrocio sull'asse Milano-Genova.
La luce dei riflettori però - come era lecito aspettarsi - sono state puntate tutte sul fantasista svizzero, che ha ricambiato l'affetto dei supporters di casa con un gol, che ha aperto le marcature in favore del Biscione. Shaqiri, infatti, si è presentato nel migliore dei modi ed è riuscito a mostrare a tratti i colpi migliori del suo repertorio: rapidità e dribbling favoriti da un robusto baricentro basso, qualità balistiche al tiro ed una discreta visione di gioco. L'affiatamento con i compagni è ancora da migliorare, ma l'ex Basilea è appena arrivato ed avrà tempo e modo per apprendere tutti i meccanismi e le direttive del tecnico di Jesi.
Tuttavia, alcune domande sorgono spontanee: può questa Inter, nonostante gli ottimi innesti di Podolski e Shaqiri, effettuare il salto di qualità da qui alla fine del campionato? Possono i nerazzurri ottimizzare le risorse, acquisendo un equilibrio definito e puntare da un insperato terzo posto? Ebbene, per quanto visto contro i blucerchiati ed in campionato in queste prime apparizioni del 2015, potremmo rispondere "no", anche se le prestazioni contro Juventus prima e Genoa poi hanno dimostrato i progressi attuati dalla "cura Mancini" in termini di intensità, abnegazione e impostazione della manovra offensiva. Ma tutto questo potrebbe non bastare.
Contro il Doria, seppur in inferiorità numerica, l'Inter è parsa troppo sbilanciata concedendo più volte il fianco alle ripartenze degli ospiti, abili ad aggredire le "praterie" di campo situate tra la linea mediana e quella di centrocampo. Inoltre, Podolski non è ancora al top della condizione e non si può sperare che un talento puro come Kovacic sbocci improvvisamente dall'oggi al domani; senza dimenticare che i problemi in difesa ci sono, eccome.
Insomma, Shaqiri è arrivato dalla Baviera e si è subito ambientato a Milano, il buon calcio - quello cristallino - non è ancora giunto alla Malpensa e, a meno che non si siano dimenticati di quest'ultimo a Linate, sarà necessario del tempo prima che l'anatroccolo nerazzurro possa trasformarsi in cigno a tutti gli effetti.
Alessandro Alberto Odipoo Di Porzio

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