Ritornare a scrivere sul blog dopo tanto tempo (precisamente non scrivo dalla finale Mondiale) è sempre piacevole, ma non lo è quando bisogna trattare di una tematica pesante e che poco a che vedere con lo sport puro: sto parlando della vicenda Tavecchio, in particolare dell'annullamento dell'indagine da parte del procuratore federale Palazzi.
Sinceramente, trovo a dir poco aberrante il fatto che non siano stati trovati elementi razzisti nella suddetta frase dato che questo gesto non solo permette la nascita di altri "Optì Poba", ma legittima anche l'accaduto. La vicenda nata lo scorso 25 luglio per bocca del nuovo presidente FIGC (all'epoca candidato all'elezione) è la gola più profonda nella quale il calcio italiano potesse sprofondare ed un "Calcio" che ha l'estrema necessità di ripartire, dopo il fallimento dell'intero sistema (tecnico e gestionale) degli ultimi 8 anni, non può perservare sempre negli stessi errori.
Il fallimento del sistema calcio sta nella mentalità di chi preferisce spartire quel poco che resta pur di avere un tornaconto personale, tanto finché si mangia... E non è possibile ancora nel 2014, in un mondo e in uno sport completamente globalizzato (la Germania campione del Mondo ne è un esempio), parlare di una popolazione mangiabanane e non definire "italiani" i cittadini delle generazioni future, nonché possibili sportivi del nostro Paese. L'integrazione e i giovani devono essere il motore per stare al passo con i tempi, non c'è altra soluzione soprattutto in questo periodo storico.
Adesso aspetto con ansia cosa deciderà la Commissione Disciplinare dell'Uefa, che ha aperto un'inchiesta a riguardo ed emanerà una sentenza il prossimo 11 settembre. Forse c'è ancora speranza per uno sport che rischia di fare la stessa fine della Repubblica delle banane.
Odipoo

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