mercoledì 18 giugno 2014

Hitchcock in Monaco



Maggio 1982, sono due settimane giuste che Gilles Villeneuve non c’è più, è volato via in una dannata curva di Zolder dopo un contatto con Jochen Mass. La Formula 1 è ancora sotto choc ma, obbedendo alla più banale delle regole dello spettacolo, si ripresenta pronta e tirata a lucido a Montecarlo, per il GP più patinato che ci sia. Le prove si svolgono senza particolari sorprese, mentre la gara, che parte sotto un cielo plumbeo, si sviluppa pigramente e senza particolari sussulti, complice il tracciato che non consente sorpassi. A poche tornate dalla fine, una fastidiosa pioggerellina comincia a bagnare il tracciato, non è il caso di fermarsi a montare le slick, un sosta pregiudicherebbe il piazzamento finale. E poi, i distacchi sono cristallizzati, addirittura i primi quattro (Prost, Patrese, Pironi e De Cesaris) sono gli stessi da quasi sessanta giri. Giro 73, solo 3 tornate alla fine, Prost è guardingo in testa e segue a distanza di sicurezza il doppiato Surer quando, uscendo dalla vecchia chicane del porto, la macchina si scompone e sbatte rovinosamente distruggendosi e lasciando il francese in braghe di tela senza vittoria e con un taglio al tallone. In testa a quel punto c’è Patrese, bisogna solo portare a casa la macchina. Curva del tabaccaio, piscine, Rascasse, Gazometro, Santa Devota, traguardo. Mancano solo due giri. Beau Rivage, Massenet, Casinò, Mirabeau e.....testacoda. Scendendo verso il tornante del Loews, Patrese viene tradito dal fondo viscido e si gira, rischiando di travolgere il lentissimo Surer. Il motore si spegne, la gara sembra finita lì. In testa a quel punto ci va Pironi con la Ferrari, seguito da De Cesaris con l’Alfa Romeo e Daly con la Williams, un trionfo per i colori italiani. Ma la trama del GP di Monaco ’82 l’ha scritta Hitchcock, come si affatica a ripetere dallo studio Gianni Minà coprendo un Poltronieri in pieno delirio. Un giro solamente e all’uscita del Portier la vettura di Pironi, che stava comunque gareggiando già da alcuni giri senza musetto, si ammutolisce per una panne elettrica. A quel punto la testa dovrebbe passare automaticamente a De Cesaris, che però si è già fermato senza benzina alla curva del casinò. Rapida scorsa alla classifica ed ora in testa c’è Derek Daly, che avrebbe un giro di ritardo dai primi, ma ne ha approfittato per sbattere tra le piscine e la Rascasse. È il caos. Poltronieri si scervella per cercare di capire chi possa mai essere in testa, quando dalla Rascasse ecco spuntare la bianconera Brabham di Riccardo Patrese, che è riuscito a ripartire sfruttando l’abbrivio della discesa ed ora prende la bandiera a scacchi senza nemmeno sapere di essere il vincitore. Dietro di lui, il deserto. De Angelis e Mansell sono così staccati che sul podio ci finiranno Pironi e De Cesaris classificati lo stesso ad un giro di ritardo, alle loro spalle De Angelis (che nel dubbio era stato spedito sul podio dal boss Colin Chapman) e Mansell, ultimo a punti Daly che precede Prost, incredibilmente classificato settimo malgrado non avesse concluso gli ultimi tre giri. Una gara clamorosa ed emozionante come un giro vorticoso di roulette, indimenticabile come molte altre avventure alla slot machine di Montecarlo.
Riccardo Patrese


The Backmarker

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