giovedì 12 giugno 2014

"La caduta degli dei" - Maracanazo

Brasile 2014 riporta alla memoria di tutti i brasiliani l'ultimo mondiale disputatosi nella culla del calcio moderno, parliamo del mondiale del 1950.
La seleçao dell'epoca era considerata una squadra di super uomini, degli dei del calcio, eppure qualcosa non andò come previsto.
Alla vigilia della partita le strade erano ricolme di folle festanti che davano scontata la vittoria del Brasile sull'Uruguay, furono prodotte centinaia di migliaglia di magliette recanti la scritta "Brasile campione 1950", i giornali brasiliani celebravano la seleçao campione del mondo, insomma il Brasile considerava la partita contro l'Uruguay come una formalità da sbrigare. 
Il giorno tanto atteso era arrivato, il Maracanà era stracolmo, si contavano 200 mila spettatori che davano vita ad una incredibile torcida con bandiere, petardi e striscioni; era tutto pronto per festeggiare il Brasile campione del mondo.
Brasile 1950

Il Brasile scendeva in campo con un 2-3-4-1 che oggi definiremmo assurdo e folle, convinti di perforare subito l'Uruguay, ma nonostante ciò il Brasile, per tutto il primo tempo, non riuscì a segnare ed anzi rischiò di essere colpito in contropiede.
Nella ripresa, dopo solo 2 minuti, il centrocampista Friaça segnò la prima rete per il Brasile, sfruttando un intervento maldestro del portiere Màspoli.
L'Uruguay non si perse d'animo e continuò a giocare, credendo fermamente nella possibilità di battere il grande Brasile.
L'ostinazione dell'Uruguay portò Ghiggia a saltare Bigode ed a servire Schiaffino che, faccia a faccia con Barbosa, mise la palla in rete.
 Uruguay 1950
Il gol di Schiaffino scioccò la seleçao, distrusse le loro convinzioni e quasi smisero di giocare; al 79' Ghiggia si infilò tra i difensori brasiliani e portò l'Uruguay in vantaggio. Il Brasile cercò disperatamente di pareggiare ma tutto l'Uruguay si chiuse in difesa ed il risultatò non mutò.
Al fischio finale dell'arbitro cadde, sul Maracanà, un silenzio assordante e moltissime persone furono colte da infarto, altre si suicidarono perchè avevano investito tutti i loro averi sulla vittoria della seleçao. L'impensabile era avvenuto, il Brasile aveva perso il suo mondiale.
La cerimonia di premiazione si svolse nel più totale caos, le autorità brasiliane abbandonarono lo stadio e Jules Rimet rimase solo nel consegnare la coppa.
Non ci furono discorsi ne celebrazioni, tutti abbandonarono lo stadio e distrutti nell'orgoglio tornarono nelle loro case. 
Furono proclamati tre giorni di lutto nazionale, la stampa parlò addirittura di una tragedia nazionale, di una hiroshima brasiliana, e additò l'allenatore Flavìo Costa e tutta la nazionale, in particolare il portiere Barbosa, come responsabili della sconfittà. 
I brasiliani dovranno aspettare ancora 8 lunghi anni per il loro primo titolo mondiale. 

Il Rosso e the Backmarker

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