venerdì 5 settembre 2014

Dieci anni di De Laurentiis

Non è che alla fine aveva ragione Aurelio? Forse si, visto dove sia arrivato il Napoli oggi. Perchè oggi il club è uno dei migliori di Italia, perchè ha un bilancio pulitissimo ed anche perchè in 10 anni sono stati rispettate tutte le tappe. Ma soprattutto perchè, nonostante i pregi ed i difetti, senza di lui oggi non saremmo qui a scrivere e a parlare di questa società.

Esattamente il 6 settembre 2004, l'imprenditore cinematografico acquistava la SSC Napoli per una cifra vicina ai 33 milioni di euro dopo che il 30 luglio il tribunale di Napoli ne aveva dichiarato ed ufficializzato la banca rotta. Da quel momento in poi 2 anni in Serie C, la Serie B e la diretta promozione in Serie A grazie a Reja. Nella massima serie, subito una qualificazione all'Intertoto e l'accesso al primo turno di Coppa Uefa nel 2008. Nel 2009 arriva Donadoni che affonda una squadra sull'onda dell'entusiasmo e per questo motivo viene esonerato, al suo posto Mazzarri. E' la svolta. Con il tecnico livornese sono arrivati due qualificazione in Champions e due in Europa League, culminati dalla qualificazione agli ottavi persi contro drammaticamente contro il Chelsea dopo aver vinto all'andata al San Paolo con uno storico 3-1. La cima è stata raggiunta con il terzo posto nella stagione 2011-12, il secondo l'anno successivo e la vittoria in Coppa Italia contro i nemici sportivi di sempre della Juventus. 

Adesso sulla panchina siede Rafa Benitez, che al suo primo anno ha sfiorato un'altra qualificazione agli ottavi e la terza vittoria in Coppa. Per non parlare dei calciatori che sono passati sotto l'ombra del Vesuvio tra la gestione Marino e quella Bigon: Lavezzi, Hamsik e Cavani, passando per Reina, Callejon e Higuain. Il top del calcio europeo.

Ma adesso? Ora il Napoli deve fare di tutto per fare il definitivo salto di qualità, ciò che è veramente mancato in questa gestione De Laurentiana. La voglia di fare cassa, a volte accompagnata da una mancata programmazione e dalla voglia contraddittoria di investimento soltanto a garanzia raggiunta (per esempio dopo la cessione di un calciatore importante o solo dopo aver raggiunto la qualificazione in Champions League). Una politica restrittiva e, forse, superficiale come nel caso di quest'anno.

I tifosi e gli esperti rinfacciano al patron azzurro di non far seguire i fatti alle parole, ai proclami sventola bandiera dello slogan "Io come voi, vogliamo vincere!". Dunque, grazie Presidente per aver riportato il grande calcio a Napoli e per aver permesso alla piazza di arrivare alla vittoria di qualche trofeo dopo che "non avete vinto un cazzo...!".

Ma non è più permesso vivere sugli allori e adagiarsi su un trionfante passato, soprattutto quando basta solo un passo in avanti per raggiungere il traguardo e non correre un'intera maratona. Si affretti Presidente, prima di perdere altro terreno o prima che qualcun'altro la raggiunga. Guardarsi alle spalle per guardare in avanti.

Alessandro Alberto "Il Dipo" Di Porzio

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