sabato 27 settembre 2014

Napoli impara da Roma e Juve come si costruisce CONCRETAMENTE una squadra per i vertici del calcio italiano.

Storia di un duello già annunciato e pienamente confermato dopo queste prime quattro giornate di campionato.
La Juventus e la Roma dimostrano infatti di avere quel quid in più e di essere le vere e uniche pretendenti per la vittoria del titolo finale. Il canovaccio rispetto alla passata stagione non è cambiato.
Bisogna soprattutto fare i complimenti alla società giallorossa, la quale senza spese folli e con ottime intuizioni in sede di mercato è riuscita a mettere su una squadra ampiamente competitiva, in grado di competere per tutte le competizioni. La Roma è riuscita a fare quello che avrebbe dovuto fare il Napoli, cioè integrare una già ottima rosa con innesti di livello, in grado di alzare sia la competitività del gruppo sia l'esperienza internazionale. Keita è stato, sotto questo punto di vista, una vera e propria genialata di Sabatini.

Il mercato aveva dato quindi certe indicazioni, che poi quest'inizio di stagione sta ampiamente confermando. Anzi, nel caso della Juventus, si sta andando anche oltre le più rosee aspettative. La squadra non sembra minimamente aver accusato il cambio di gestione tecnica, adesso si cerca meno la verticalizzazione e più il gioco orizzontale ad avvolgere e avvinghiare le difese avversarie, ma il risultato non cambia. Quattro partite, quattro vittorie e zero goal fatti. Un rollino di marcia impressionante, che sembra non lasciare scampo alle altre avversarie.
La Roma però non è da meno, anzi dimostra una compattezza mentale quasi imbarazzante. In casa ormai si sa, è quasi imbattibile grazie a una mentalità difensiva tra le migliori in europa e sfruttando i due esterni offensivi. La sorpresa però sono le due vittorie esterne, o meglio come sono arrivate queste due vittorie lontane dall'Olimpico, contro l'Empoli e il Parma. La squadra di Garcia ha sofferto, non ha espresso un gioco scintillante, a tratti anche messa sotto dalla squadra avversaria, ma è riuscita a portare a casa i 3 punti. Questo è un segnale fortissimo, perchè vincere questo tipo di partite significa saper soffrire, essere una squadra a tutti gli effetti e mostrare una mentalità vincente. La storia ce l'ho dice, gli scudetti vengono portati a casa soprattutto se si ha la forza di saper vincere partite difficili come queste, su campi ostici e provinciali.
Il Napoli questa lezione avrebbe dovuto impararla da un pezzo, invece è come se fossimo sempre punto e capo. Anzi se possibile, i ragazzi di Rafa hanno fatto notevoli passi indietro rispetto alla passata stagione.
Nella città di Totò ormai tutti buttano la croce addosso al tecnico spagnolo, il quale viene additato per il suo turn over spropositato e per non aver colmato le grosse lacune difensive della sua squadra. Tutto questo è vero, il Napoli puntualmente viene infilato sempre alla solita maniera e forse quel benedetto centrocampista in più potrebbe cambiare realmente gli equilibri tattici del team napoletano. Il buon Rafa da questo punto di vista è sordo e siamo sicuri che andrà avanti sfruttando sempre e solo questo profilo tecnico-tattico. Non giriamoci intorno, questa è un grosso limite. Il tanto bistrattato Mazzarri nella parte finale della sua ultima stagione napoletana mise su un artificio tattico che cambiò, in meglio, il destino della squadra di ADL. Fece accomodare in panchina il super contestato Inler, posizionò Bherami davanti alla difesa come un vero e proprio flangiflutti, e sfruttò gli inserimenti di due mezz'ali brave a punire le difese avversarie partendo da più indietro. Questi due giocatori erano Dzemaili e Hamsik. Nessuno potrà cancellare dalla mia mente quei tre mesi di calcio, che mi entusiasmarono.
Rafa Benitez, tecnico del Napoli fortemente a rischio dopo il brutto inizio di stagione.

In più c'è un grosso problema nel Napoli che va avanti ormai da circa un anno: Marek Hamsik. Si sta praticamente svalutando colui che è sempre stato un vero e proprio patrimonio del Napoli, uno di quelli che riusciva sempre a segnare dalle 9 alle 12 resti in campionato. Con questo non vogliamo dire che prima dell'arrivo di Rafa Marek era un fenomeno e poi è diventato un mediocre giocatore. Il discorso riguarda semplicemente la sua collocazione tattica. Ormai anche i sassi hanno capito che lo slovacco non è a suo agio nel ruolo di trequartista, vuoi perchè non ha le caratteristiche tecniche e fisiche per fare questo (gli manca il guizzo e il dribbling di chi deve giocare in quella zona di campo) e vuoi perchè cosi si sono persi si suoi inserimenti venendo da dietro. Speriamo di cuore che il tecnico spagnolo capisca che Hamsik debba essere collocato qualche metro indietro, dove con Reja e Mazzarri ha fatto le sue migliori cose.
Con questo però non vogliamo buttare la croce addosso solo al tecnico spagnolo. Per me ha delle responsabilità, soprattutto riguardanti i peggioramenti in fase difensiva rispetto alla passata stagione (fare peggio era quasi impossibile, visto i goal subiti durante la scorsa annata...) ma le colpe non sono di Rafa se nel voler fare turnover, egli è costretto a schierare in campo Gargano il quale era fuori dai progetti del Napoli da ormai un paio d'anni a questa parte, David Lopez il quale ancora deve ambientarsi al calcio italiano e lo spagnolo Michu che sembra non aver mai partecipato a nessun ritiro estivo quest'anno...
Il vero colpevole è ADL, il quale ha fornito a Benitez una rosa indebolita rispetto alla passata stagione e ha preso per i fondelli i tifosi azzurri con dichiarazioni fuori luogo e false, visto il mercato condotto da Bigon. Tutto questo, non giriamoci intorno, ha portato a un netto deterioramento delle dinamiche dello spogliatoio e ha reso pesante l'aria a Castelvolturno. Il presidente ha esasperato gli animi, sia di Benitez che di giocatori come Higuain che si aspettano rinforzi importanti per combattere per lo scudetto.
Oggi come oggi, il Napoli è una squadra senza un vero e proprio progetto tecnico, e di conseguenza Benitez è fortemente a rischio. La squadra sembra aver bisogno di una netta sterzata e di una brusca svegliata. Staremo a vedere se il tecnico ex Liverpool sarà l'uomo adatto per riprendersi in mano le redini di una squadra che soli pochi mesi fa ha condotto a un entusiasmante vittoria in finale di coppa Italia contro la Fiorentina.
Ad oggi, rimane solo il dispiacere e la sensazione che sarebbe bastato poco per potersi mettere al passo delle prime due della classe. Queste due squadre che ora sembrano quasi irraggiungibili agli occhi dei tifosi partenopei, solo qualche mese potevano essere raggiunte con 2-3 innesti REALMENTE  di valore.
ADL dovrebbe seriamente riflettere e soprattutto dare delle risposte e dei chiarimenti ai tifosi del Napoli. Invece parte e va in America.
Qui ci fermiamo... E' meglio.
So long,
Il Conte

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